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Fritto e grassi fanno bene

Burger King non ha nulla a che fare con il contenuto di questo articolo
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(ASMA) – Volgograd 28 sett. – Fritto e grassi fanno bene alla salute, è questa la stupefacente rivelazione del prof. Ivan Kotomoskij, dietologo dell’università di Volgograd, nella Federazione russa, il quale, al termine di una ricerca sperimentale durata 10 anni ha appurato, contrariamente al credere comune e all’opinione della stragrande maggioranza dei suoi colleghi, che un’alimentazione ricca di grassi e di alimenti fritti ha effetti benefici sui fluidi corporei e sul sistema linfatico-ghiandolare.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Notizija il prof. Kotomoskij ha dichiarato che la dimostrazione più evidente degli effetti benefici della dieta ad alto contenuto di grassi sarebbe costituita dai cambiamenti nel fisico medio della popolazione russa dopo la fine dell’Unione Sovietica e il passaggio a uno stile di vita più vicino a quello occidentale con l’arrivo di fast food, hamburgher e patatine fritte.

“Oggi” secondo il prof. Kotomoskij “le ragazze russe sono le più belle del mondo e hanno tutti corpi da modella americana, mentre precedentemente, quando la dieta si basava su verdure e alimenti poveri di grassi, la classica donna russa era una popolana sovrappeso con il fazzoletto in testa.  E questo cambiamento, è la dimostrazione migliore che mangiare un doppio cheeseburger ripieno di salse e accompagnato da patatine e bibite gassate porta al dimagrimento”.

Di fronte alla quasi unanime perplessità del resto della comunità scientifica, che ha tra l’altro contestato al prof. Kotomoskij la circostanza che la sua ricerca sarebbe stata corposamente finanziata dalla catena russa di fastfood Kapitan Gnjamskov e l’assenza di validi dati sperimentali, il dietologo russo ha risposto sostenendo che il “colesterolo” in realtà non esiste ma sarebbe un’invenzione delle potenti lobby degli agricoltori statunitensi.

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Lo Sarpanistan ripristina la schiavitù

(ASMA) – Mazul, 30 Nov – Si tratterebbe di un ritorno alle tradizioni locali,  la legge recentemente approvata dall’Assemblea legislativa della repubblica ex sovietica dello Sarpanistan, che ha legalizzato la schiavitù, sebbene sotto forma di contratto a termine, come precisano le fonti ufficiali.

Stando a quanto riporta l’agenzia russa Notizija, la legge ha introdotto una forma di contratto denominato per l’appunto di “servitù a tempo determinato“, applicabile sia su base volontaria sia come forma coattiva di pagamento di debiti per cui è insufficiente il patrimonio del debitore.

Il Presidente dello Sarpanistan Alan Delonev, dopo avere sottolineato che comunque anche le moderne forme di flessibilità sul lavoro  introdotte in Europa sono una forma di schiavitù legalizzata, ha dichiarato che in ogni caso la legge vuole dare una forma di tutela a chi, nelle zone rurali del paese, è già sottoposto alla tradizione locale che prevede l’asservimento per debiti (che ha ricordato era presente anche nell’antica Roma), dando regole certe sia per le condizioni di applicazione che per la durata in rapporto all’entità del debito (spesso oggetto di arbitrio da parte dei Sarpakaghan locali).

Il Presidente Delonev ha inoltre dichiarato di ritenere che la nuova legge potrà rinvigorire il settore turistico della repubblica centroasiastica,  che finora non ha saputo sfruttare i due elementi su cui puntavano le autorità sarpane, le bellezze naturali del Paese e il vanto di essere la nazione che ha inventato la sciarpa.

Di fronte allo scarso successo del museo nazionale della sciarpa tradizionale (che pur vanta la più grande collezione di sciarpe del mondo) e del festival internazionale della sciarpa “Isadora Duncan” il Presidente Delonev ora punta al turismo sadomaso, e in effetti pare che i pochi alberghi locali, praticamente tutti nella capitale Mazul, abbiano avuto un boom di prenotazioni dall’estero dopo l’introduzione della nuova legge.