Oggi mi hanno proprio fregato. Devo andare a fare la spesa ed è la giornata mondiale senza borse di plastica, l‘International Plastic Bag Free Day. Mi tocca proprio prendermi le borse di tessuto della coop.
Quanto penso alle borse di plastica, mi viene in mente una scena da American Beauty:
Ho scoperto questo film solo quest’anno, grazie a un’amica di blog; fa parte delle tante, tantissime cose, che ho scoperto o riscoperto in quei cinque mesi da quanto è terminata la mia ultima storia d’amore.
Cinque mesi che sono stati molto intensi, pieni di emozioni e di cambiamenti, in cui tutto sembra cambiato e (quasi) niente è stato come prima. E tutto è andato molto, molto meglio di quanto temessi quando mi sono ritrovato single.
Tante sono state le scoperte, e le nuove conoscenze, soprattutto in quelle due settimane a Oxford, dove ho conosciuto tante nuove persone, con alcune delle quali sono ancora in contatto. E’ vero che i social network, facebook in testa, hanno tanti difetti e possono essere usati in maniera sbagliata. Ma è anche vero che offrono la possibilità di rimanere in contatto con persone molto lontane fisicamente, e in una maniera che le email o il telefono non possono sostituire.
La gioia più grande però me l’hanno data le cose riscoperte, le amicizie ritrovate, una in particolare. Certe volte pensi di avere perso qualcosa o qualcuno per sempre, e invece no. Può passare tanto tempo, anche dieci anni, ma ci sono legami che durano in eterno, anche se magari nascono con un piccolo insignificante incontro.
Perchè certi legami sono come borse di tessuto, non le butti via dopo poco. Altri legami invece sono come le borse di plastica invece sì, servono solo per trasportare qualcosa dal negozio a casa, e poi sono buone soltanto per infilarci la spazzatura. E qui torniamo al tema (teorico) di oggi, le borse di plastica.
Mi ricordo, una delle prime volte che sono andato a Roma, ho fatto la spesa e la commessa mi ha chiesto se mi serviva “una bbusta”. Al che ho provato a immaginare di infilare il pane, il latte, la nutella, in una busta da lettere, e la cosa non mi quadrava.
Li chiamano shock culturali, ma la cosa più bizzarra è che a Roma molti non sanno che il termine busta è dialettale, e pensano che sia italiano… Un classico esempio di una delle tante stranezze italiane, avere un capitale da 4 milioni di abitanti ma con una mentalità provinciale, perchè il nostro Paese è davvero senza speranza, siamo un paese di città di provincia, dalla cittadina di 15 mila abitanti dove sono nato fino alla Città Eterna…
That’s Italy.
A proposito, oggi era anche la giornata internazionale del primo soccorso; scusatemi, amanti del pronto soccorso, ma le borse di plastica erano più interessanti.