Scelte

Bellaccina e l’Occidente

La vita ti stupisce sempre. Nel mio interrogarmi sulle scelte di vita, e più recentemente nella mia ricerca di una Metropoli in cui respirare di nuovo quell’atmosfera cosmopolita che avevo trovato quest’estate a San Francisco, avevo scartato la città di Milano quasi a priori, forse condizionato da tanti luoghi comuni.

Adesso invece mi scopro a sognare Milano, nonostante la stia scoprendo meglio nel gelo di questo inverno, e il tutto si intreccia con la ricerca di Bellaccina, della Donna Per Me che forse ho trovato dopo averla cercata per un anno e mezzo, da quando è finito l’amore con la donna che avevo sposato, e cui ho dato questo soprannome ispirandomi al frappuccino che vendono in una catena in concorrenza con Starbucks.

E così adesso non so se mi sto innamorando di Milano perchè ci vive la mia Bellaccina, o se mi sto innamorando di Bellaccina perchè vive a Milano e vi appartiene al 100%. Però mi piace questa città con quel cielo così celeste chiaro, con i ristoranti giapponesi con la cucina aperta anche alle 3 del pomeriggio,  con la fiera che sembra un aeroporto, con i modi molto borghesi dei suoi abitanti,  con il fatto che parlano tutti alla milanese anche se il 90% sono di origine meridionale o straniera, con il parrucchiere cinese che si proclama stilista ma poi ti fa pagare 8 euro, con i mille negozi alla moda che capisci perchè i giapponesi mettono Milano tra le 3 città italiane che visitano (oltre a Venezia e a una tra Firenze e Roma), con i gay che camminano tranquillamente abbracciati e le ragazze tutte vestite alla moda, con i rapper di periferia e i modi di dire milanesi, che ci ridono sopra pure loro.

Perché c’è una cosa, soprattutto, che adesso mi fa preferire Milano a Roma, e non è il fatto (pure importante) che ci sono quattro linee della metro e non so quanti tram in una città molto meno estesa, quanto il fatto che i primi a parlare male della loro città e dei suoi difetti sono proprio i milanesi.

Per tutti questi motivi ora sento forte il vento che mi trascina verso Ovest. Che ci vada davvero, ad Occidente, è un altro discorso, ma almeno finalmente ho un qualcosa che voglio.

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fine amore · giornate mondiali · La Nave de Los Monstruos · Le mie preferite

Un anno dopo (ep. 9)

E’ passato un anno.

Il blog era iniziato prima, ma un anno fa c’è stata la riunione tra i creativi della mia agenzia di comunicazione, e in vista dell’entrata nel mercato italiano di una nota multinazionale del caffé, si è deciso di trasformare questo blog nella casa di un personaggio battezzato Fra’ Puccino.  Il contenuto ero libero di deciderlo.

Così, per le prime dieci settimane il blog ha seguito la mia elaborazione del lutto per la fine (purtroppo assolutamente reale) della mia storia d’amore.

Poi, finiti quei settanta giorni ognuno passato interpretando diligentemente un tema della cultura pop contemporanea, mi sono dedicato alla celebrazione di tutte le giornate mondiali dell’anno, e sono ancora qui, determinato ad andare fino alla fine, e anche oltre, mentre nel frattempo è pure decollata La Nave de Los Monstruos

Ho avuto (alla data di oggi) più di 43.238 visite, ma soprattutto 3.612 commenti, ed è la cosa che mi fa più piacere.

Intanto la ruota della vita ha fatto il suo giro di 365 giorni, e in un certo senso sono ritornato al punto di partenza.  Di cose ne sono successe molte, di incontri ne ho fatto tanti e variegati.  Come in certi film d’avventura, e dopo essere stato in tanti posti e avere incontrato i personaggi più strani, sono di nuovo qui, in questa stanza, in questa, davanti a questo stesso monitor.

Come in un film di Tim Burton, davanti a me ci sono due porte colorate.

Con una si torna indietro, si finisce il giro, e in un certo senso è la porta del cuore.

Con l’altra c’è un altro anno come questo, e in un certo senso è la porta della razionalità (la mia razionalità, assolutamente irrazionale).

Potrei dirvi che sono indeciso in quale porta entrare.  Ma non sono io che decido.  Perché solo una delle porte si aprirà per farmi entrare.

Oggi attendo che La Nave de Los Monstruos carichi anche me.  Ma poi mi ricordo che no, non è possibile.

Su La Nave de Los Monstruos ci sono già; io sono il capitano.

cinema · fine amore

L’altruista (ep. 67)

La vita è fatta di punti di vista; dal suo punto di vista, il personaggio decisamente demoniaco interpretato da Al Pacino ne L’Avvocato del Diavolo è un altruista, che non ne può più di certi moralisti che guardano lui e l’umanità dall’alto in basso.

Oggi comunque giornata ispirata al film diretto nel 1997 da Taylor Hackford, con un magistrale Al Pacino, Keanu Reeves e Charlize Theron , quest’ultima con una capigliatura da mandare il parrucchiere all’inferno (visto che siamo in tema).

Pur essendo un film ambientato nel mondo degli avvocati, non è un vero legal thriller, ma un film sulla morale, l’etica e le scelte, di vita e di lavoro; con un doppio finale a sorpresa, o meglio un finale con due sorprese.

E poi c’è una frase, a metà film, detta da Al Pacino a Keanu Reeves, che secondo me è fantastica; non me la ricordo a memoria, ma il senso è che per avere successo non devi farti troppo notare, devi avere un profilo basso così i tuoi avversari non si aspetteranno la tua bravura.  Un buona regola, dopo avere visto il film la prima volta ho sempre cercato di seguirla.

Ma quanto ai dilemmi morali, tornando a casa in un libro che sto leggendo ho trovato questo passo con cui concludo le rifessioni di oggi:

Anche il concetto di bene e male è stato scomposto e sofisticato.  Oggi il bene può essere formale, causal, hip, cool, trendy e snob.  Sono permesse anche interessanti combinazioni di stili.   E’ come mettere un pullover di Missoni su pantaloni di Trussardi, e ai piedi scarpe di Pollini.  In un mondo come questo, la f losofia assomiglia molto alla teoria dell’amministrazione.  La filosofia coglie il dinamismo dei tempi

Da Dance Dance Dance, di Murakami Haruki (titolo originale Dansu Dansu Dansu 1987, pubblicato in Italia da Einaudi).