Cartellomistica n. 2.
Non si abbandonano neanche i rifiuti, recita questo cartello incontrato in quel di Venezia, che ai trasgressori del divieto minaccia feroci sanzioni (chi abbandona rifiuti sarà punito, disse, dall’ordine costituito). Non solo a chi li butta via, anche a chi semplicemente li abbandona.
Si potrebbe obiettare che il cartello contiene un endiadi, si vuol dire lo stesso concetto con due parole diverse, ma questa considerazione di banale buonsenso è, appunto, di banale buonsenso e quindi non vale. E’ vietato lo scarico di rifiuti non era abbastanza chiaro?
No, la verità è che il cartello minaccia gravi punizioni anche a chi per esempio aveva da tempo un sacchetto di spazzatura sul terrazzo, e ogni volta fingeva di scordare l’invito della mamma o della moglie che visto che scendi puoi anche buttare la spazzatura, e ormai quel sacchetto di scovasse era quasi di famiglia, era lì da tanto tempo che non ci si ricordava nemmeno da quando, ed ecco che all’improvviso qualcuno lo prende, lo porta in strada, e lo abbandona lì. Il sacchetto magari pensa che qualcuno lo venga a riprendere, che lo riporti a casa, al suo posto sul terrazzo su cui aveva intanto lasciato un alone di grasso e unto, perchè il sacchetto non era abbastanza impermeabile (capita, non ci son più i sacchetti di una volta). E invece no, nessuno torna indietro, il sacchetto è stato abbandonato lì, senza neanche un addio.
D’altronde, ammettiamolo, non si abbandonano solo i sacchetti di rifiuti.
Si abbandonano le persone, si abbandona facebook, si abbandona la strada vecchia per la nuova (e non sa poi cosa si trova), si abbandonano gli animali, e tra le azioni ignobili questa è nella Top Ten.
Si abbandonano anche il tetto coniugale, il lavoro, la scuola, e nessuna di queste è una cosa buona.
Ma si abbandonano pure le vecchie abitudini, il vizio di questo di quell’altro…
Si abbandona un po’ tutto. Anche i rifiuti, evidentemente.