Asserismi · politica

Comico, prima di essere stupido

Le lettere dal carcere di Gramsci sono una miniera di passi divertenti quanto incredibilmente attuali. Straordinario è il passaggio in cui parla del piccolo borghese europeo, contrapposto a quello americano, il Babbit, come lo soprannomina lui. L’italiano medio, come diremmo oggi.

I piccoli borghesi europei, per Gramsci, sono più pittoreschi ma più stupidi e più ridicoli del loro corrispondente americano

il loro conformismo è intorno a una superstizione imputidrita e debilitante

mentre il conformismo americano è ingenuo e spontaneo, intorno a una superstizione energetica e progressiva.

Ma Gramsci non ne ha per nessuno, per lui lo stesso antiamericanismo

è comico, prima di essere stupido

ma è soprattutto il piccolo borghese europeo a finire sulla graticola della prosa del grande filosofo

Il piccolo borghese non può uscire da se stesso, comprendere se stesso come l’imbecille non può comprendere di essere imbecille (senza dimostrare con ciò di essere un uomo intelligente) per cui sono imbecilli quelli che non sanno di esserlo e sono piccoli borghesi i filistei che non sanno di esserlo. Il piccolo borghese europeo ride del particolare filisteismo americano, ma non si accorge del proprio,

Il piccolo borghese tipo poi

crede che il suo verso, e il suo qua-qua da ranocchio infisso nel pantano sia un canto di usignolo

perché è un filisteo di paesi conservatori, che imputridiscono nella palude stagnante del luogo comune della grande tradizione e della grande cultura.

Gramsci, mi pare chiaro, non le manda a dire, e la sua critica è acuta quanto feroce. La cosa però un po’ agghiacciante, a leggerlo, è constatare che quello che scriveva più di 85 anni fa sia oggi più attuale che a quell’epoca.

Pubblicità