Cosa regalare quest’anno a Natale alle persone cui devi fare il regalo però non vuoi spendere troppo diciamo massimo 10 euro?
Risposta n. 83.
“Bolbo” di Alessandro Gori e Gianluca Cincinelli
Rispetto alle precedenti ottantadue Risposte alle grandi domande della vita che trovate su questo blog, questa è una delle più facili.
E non solo perché Bolbo costa effettivamente 9,90 e magari on line anche meno (ma poi ci sono le spese di spedizione e non so se conviene, ma comunque vuoi mettere andare dal libraio e ordinarlo?).
Bolbo è la perfetta strenna natalizia perché è un non-romanzo, veloce da leggere e in un alcuni passaggi esilarante, così ben scritto da farti ricordare la bellezza di una lingua italiana oggi troppo spesso struprata dagli anglicismi e da un utilizzo limitato forse al 10% delle locuzioni.
Il merito è di Alessandro Gori, vero nome del perfido blogger meglio noto come Sgargabonzi, alla sua seconda opera dopo Le avventure di Gunther Brodolini, qui insieme al suo valido sodale Gianluca Cincinelli, uno che (come recita la quarta di copertina) oggi vive in uno scatolone chiuso con lo scotch.
I due hanno confezionato questo simpatico libretto intitolato Bolbo (chissà perché, poi, non essendovi alcun personaggio con quel nome…), in cui fanno mostra di quell’arte del riciclaggio dei rottami della cultura pop contemporanea che li fa rientrare nella categoria dei ricordanti, ossia quei guerriglieri dell’anti-consumismo di cui avevo parlato qualche anno fa, e che, come Caparezza o Elio e le storie tese, pre-servano il ricordo di quello che 20 o 30 anni fa andava alla grande ma ora non più, e allora è quasi commovente scoprire che qualcuno ancora si ricorda dell’Autobianchi giardiniera e della benzina normale; e allora ti viene in mente che da bambino ti chiedevi sempre: ma se tutti fanno la super, per chi vendono la benzina normale? 
Gori e Cincinelli, ecco chi fa il pieno con la benzina normale.
Ma in Bolbo c’è questo e molto altro; ci sono le rime di Marco Luchi (guest star del romanzo), novello Foscolo del terzo millennio, c’è la sagoma in cartone di Liam Gallagher degli Oasis, ci sono citazioni di canzoni e autori musicali per me tanto sconosciuti da dubitare che siano inventati, che fanno dei due autori quasi due Murakami Haruki della Valdichiana, c’è la descrizione di un amore malgascio che sembra tratto dai versi di Battiato, ci sono i fumetti di nicchia come Zagor, c’è infine, a pag. 127 (1+2+7=10 un caso? io non credo) un flusso di parole rare, inusuali o semplicemente dimenticate, che a mio parere inaugura, all’insaputa degli Autori, una nuova corrente letteraria, che mi permetto di battezzare come
Ziggurattismo.
C’era tempo in cui andava di moda dare un nome ai movimenti artistici, riconducendo a unità il modo di scrivere o dipingere di singoli artisti, e sebbene fino ad oggi l’individualismo ha sembrato cancellare tutto questo magari oggi i tempi sono maturi per tornare a dare un nome alle cose.
Forse, in un epoca più civilizzata Gori o Cincinelli mi avrebbero sfidato a duello perché a parer loro la corrente letteraria avrebbe dovuto chiamarsi Ziqquratismo con la Q; forse, in un’epoca più civilizzata, avrei accettato la sfida scegliendo come arma le cerbottane armate a palline di plastilina.
Di sicuro, un giorno nelle antologie della letteratura italiana si parlerà del giorno in cui è nato lo Zigguratismo.
Buona Golconda a tutti.