Risposta n. 31
Tra le mille e più strampalate domande che anonimi internauti pongono a internet finendo su questo blog, oggi scelgo
E’ scientificamente dimostrato che si può leggere qualcosa che non c’è scritto
La scelgo non tanto perché sappia la risposta, che immagino sia
No
quantomeno perché se qualcosa non è scritto mi sembra difficile riuscire a leggerlo, a meno naturalmente di non averlo scritto con l’inchiostro simpatico, ma non era questo il senso della domanda, bensì perché mi piace l’accento sul scientificamente dimostrato.
Se qualcuno comunque invece conosce un metodo per leggere quello che nessuno ha scritto, sono qui tutto orecchi, anche se personalmente sarei più interessato a un metodo scientifico per ritrovare tutto ciò che ho perso nella mia ultima esistenza umana (questa che sto vivendo adesso, quelle prima posso anche fare a meno).
Ho una buona memoria, ed è difficile che io dimentichi quello che ho perso, e ogni tanto riaffiora una briciola di nostalgia per quello che avevo, e ora non ho più, un oggetto, una persona, un sentimento.
Lasciando da parte persone e sentimenti, tra le cose che ho perso ricordo ancora bene:
l’automobilina persa a quattro anni in un cumulo di ghiaia in Val d’Aosta (è il mio secondo ricordo in assoluto)
il berretto da capitano volato via sul traghetto da Fiume a Cherso quando di anni ne avevo otto
tutti gli ombrelli della mia vita
l’anello da fidanzatini buttato per terra e finito in una grata durante una litigata con la ragazza del liceo
la macchina fotografica persa su un pullman a Dublino
la felpa degli all blacks persa sul regionale tra Venezia e Trieste quando ero passato dalla mia ex prima di un importante colloquio di lavoro dodici anni fa
la fotografia sulle giostre a Disneyland Paris rimasta nella camera d’albergo
i miei scarponi Dr. Martens
il berretto irlandese patchwork lasciato in un pub a Padova
la maglietta del concerto dei Cure a Treviso
il mio ultimo paio di occhiali da sole.
Lo vorrei proprio un modo scientificamente sperimentato di ritrovare alcune di queste cose, anche perché so che sono da qualche parte, magari nel cassetto di qualcuno a cui nemmeno interessano, e invece io ci tengo tanto, ancora, dopo tanti anni.
Un metodo scientifico per leggere quello che non c’è scritto dubito che esista, ma mi piacerebbe davvero un sistema per ritrovare quello che abbiamo perso.
Nel frattempo, se ritrovate una delle cose che ho elencato sopra, fatemelo sapere. E preciso fin da questo momento che metterla all’asta su eBay non sarebbe per nulla spiritoso.
Lo vorrei anche io perchè sono convinta che la stragrande maggioranza delle cose che perdo ( come il telecomando del decoder ) siano ancora vicini a me. Non so dove ma sono vicini.
Hai scordato di mettere tra le “perdite” il cellulare a Stoccolma… o forse il furto non vale? 😆
Mia suocera, vittima di una serie di ictus, si metteva spesso davanti a una parete bianca, o a una porta, e leggeva, leggeva, leggeva…
A volte seguiva quell’immaginaria scritta col dito, per non perdere il segno.
Pensa a volte come cose innocenti, per esempio un post come questo, risveglino ricordi dolorosi!
Si chiama “percezione senza oggetto”, ed è scientificamente dimostrato: sì può leggere ciò che non c’è scritto.
Poi, in senso metaforico, ci può essere anche un processo alle intenzioni, un leggere tra le righe giusto o sbagliato, un fraintendimento qualsiasi: insomma, anche qui, leggere ciò che uno non ha scritto capita spesso e volentieri, ed è scientificamente dimostrato 😛
Mi piace il tuo tentativo di rispondere comunque positivamente alla Domanda n. 31
Ma tutte le tue varianti di leggere quello che non c’è scritto non tengono conto del fatto che se si legge quello che non c’è scritto non si fa altro che vedere il riflesso (distorto?) dei propri pensieri, e non i pensieri altrui, che invece è quello che cerchiamo quando leggiamo, no? 🙂
E’ impressionante come si ricordino cose perse a cui si teneva: mi ricordo di una tartaruga di plastica piccolina ed insignificante che avevo perso in prima elementare. Beh ancora mi dispiace… come pure un trenino dimenticato in un bar…
@ Marta: a nome di tutti i distratti come me e te, segnalo che siamo ancora in attesa di un telecomando che suona se lo chiami (e secondoi me lo compra anche Giulio, ma solo per il suo amore per la tecnologia)
@ Kalojannis: a parte che di cellulari me ne hanno rubati ben tre, onestamente oggi sarebbero solo dei ferrivecchi e quindi… se li tenessero pure ^^
@ Giulio: ora ho capito di chi era quel trenino che avevo trovato da bambino in un bar a Trieste… ahahaha
Semmai esisterà lo chiamerò Pietro 😀
ma magari funziona come certi affari con il comando vocale, che tu magari dici “telecomando” e quello risponde “vuoi chiamare microonde”
“No, telecomando”
“vuoi aprire armadio a muro?”
“TELECOMANDO”
“Vuoi chiamare lavastoviglie?”
Ma infatti ci vorrebbe una parola-chiave , che non si confonde con niente ..