giornate mondiali

Il berretto da capitano

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Vestiamoci alla marinara.  Oggi è il World Maritime Day, il giorno mondiale della marineria.

Personalmente mi viene in mente un ricordo d’infanzia, la mia passione sfrenata per il berretto da capitano.   E’ una passione che ho fin dalla più tenera età, c’è una foto mia con il berretto da capitano che avrò 2-3 anni.

Il primo ricordo cosciente è invece di una vacanza nella ex Jugoslavia, mi ricordo il mercatino delle pulci (come si diceva allora) di Ragusa, la città che i croati chiamano Dubrovnik, dove i miei mi comprarono un bellissimo berretto da capitano.

Il ricordo più drammatico è invece una traversata in traghetto verso Cherso, un’isola della costa croata nel famigerato triangolo del Quarnaro, poco sotto Fiume, e il vento che si porta via il mio berretto da capitano; e io, con le lagrime agli occhi, che lo vedo cadere in acqua e scomparire tra i flutti…

Il ricordo più bello è un carnevale, alle superiori, quando mi sono vestito da capitano della marina austro-ungarica, e la mia morosa dell’epoca da nostromo (con il caschetto biondo era perfetta).

Finché, alla fine, per un anno e qualche mese ho indossato una divisa vera, con tanto di berretto con visiera per le occasioni importanti, e anche se non ero in marina e non ero capitano, ho finalmente esaurito il mio karma.

Eh già, perché le fissazioni non spariscono con l’infanzia, a volte te le porti dietro tutta la vita.   Il berretto da capitano era la mia…  E le vostre?

27 pensieri riguardo “Il berretto da capitano

  1. Per rimanere in tema di “divise” o, comunque, abbigliamento, a me piacevano le ballerine di flamenco, il loro vestito, l’acconciatura, il portamento, tutto insomma, non era proprio una fissazione, ma mi piaceva molto e quando da piccola in un viaggio in Spagna, mi fecero indossare l’abito ricordo una grandissima emozione! Tutto documentato da una foto che ogni tanto guardo con divertimento 🙂

  2. Io ero Mimì Ayuara reincarnata (in inverno) e la figlia-sirena del dio Tritone (in estate).
    Poi “crescendo” ho dovuto abbandonare la pallavolo – con mio sommo dolore – perchè la statura da pigmea non mi consentiva di giocare come avrei voluto.
    Invece di essere una sirena sono ancora stra-convintissima.
    Un abbraccio virtuale al mio fratello marinaretto che veleggia verso la Francia…

    Il mio uomo ideale (e delle mie amiche)

  3. @ Giulio: Spazio 1999, ricordo che all’epoca avevo la tv bianco e nero… certo che intanto siamo nel 2009 e non c’è nessuna base sulla luna, niente faser (si chiamavano così quelle pistolette?) e soprattutto niente navicelle Aquila (sigh)

    @ Sabry: allora anche tu, come Liz Lemon di 30 rocks, ti sei vestita da principessa Leia per 3 carnevali di seguito?

    @ Eppifemili: un giorno di consegna e a rapporto dal comandante

    @ Giraffa: la cosa più bella della ballerina di flamenco è la Peineta, quell’affare che si mettono in testa 🙂

    @ Liviana: chi o cos’è Mimì Ayuara?? Il riferimento alla pallavolo mi fa pensare a un cartoon giapponese, di quelli dove la palla diventa ellisoidale e tra alzata e schiacciata passano dieci minuti e hai pure il tempo per due flashback e la frase dell’allenatore che ti risuona in testa (“usa la schiacciata oshikata des, giovane Mimì, usala adesso”)

  4. NO..ERO E SONO UN MASCHIACCIO..NIENTE PRINCIPESSA..MA ADORAVO IL FASER!! E NON TI DICO CHE GODURIA QUANDO è ARRIVATO IL TELETRASPORTO CON STAR TRECK 😀
    COME FAI A NON CONOSCERE MIMI???PROPRIO TU CHE AMI IL GIAPPONE..:-)

  5. Frà, non mi cadere su Mimì Ayuara, ti prego…Un mito! E anche tra le mie fissazioni. Anch’io, come Liviana, abbandonata abbastanza in fretta per via di statura e un ginocchio mal funzionante…

    Indossare il costume della Stella della Senna (o di chi per lei – da più grande – come oscura giustiziera della notte per tutelare i diritti degli oppressi e colmare le lacune della giustizia ordinaria) vale come fissazione?

  6. @FRA PUCCINO
    Circa il fatto che non tutte le divise hanno lo stesso fascino, hai ragionissima, io ho portato quella dell’AVIAZIONE, mica pizza e fichi, l’arma azzurra, ossia l’eleganza per antonomasia…. eeeeee sono cose che ti segnano queste………ciaooo neh!

    1. Mica pizza e fichi? MICA PIZZA E FICHI??? Ma “Mica pizza e fichi” è un’espressione coperta da copyright, mica si può usare così impunemente! 😆

      Comunque, chi il cielo ce l’ha già negli occhi non ha bisogno di divise dell’aviazione, che negli occhi ha già il mare non ha bisogno di divise della marina: insomma, cècchiccià e chinununcià. Frà cià.

      1. grande DM..verissimo!! 😉
        ..mica pizza e fichi…credo l’aggiungerò alle mie imprecazioni quotidiane!!;-)
        buona fine settimana a tutti!!

      2. Chiedo venia per avere impunemente osato utilizzare la frase coperta da copyright, spero che per questo peccato in fondo veniale non mi trascinerai in giudizio, anche perchè sono poveretto ho una certa età e vivo di pensione, ahahah.
        Hai ragione chi ha il cielo negli occhi non ha bisogno di divise, è come se fosse nudo di fronte agli sguardi inpuri, increduli ed invidosi nell’umanità, ma anche se è vero che l’abito non fa il monaco……diciamo che aiuta molto….e poi in realtà a valorizzare la divisa non è quasi mai chi la porta ma chi l’osserva e da qui non se ne esce.

        Ciaooo neh!, perdona il mio consueto saluto, anche se so che non ti piace troppo, ma non posso farne a meno, in fondo nel bene e nel male mi identifica, ognuno ha la sua croce, ariciao .

  7. Di evitare il giudizio non se ne può parlare? una stretta di mano e la promessa da parte mia di non usare mai più la fatidica frase “mica pizza e fichi” …

    Ariciao…..

    1. Una stretta di mano? Vuoi dire pace pace pace?

      Vuoi dire, mignoli intrecciati, recitiamo in coro la filastrocca “Mannaggia er diavoletto che ci ha fatto litiga’, pace, pace, pace”?

      Affare fatto! 😉

  8. Urca mi sono dimenticato di recitare la filastrocca, aspetta che recupero:

    “Mannaggia er diavoletto che ci ha fatto litiga’, pace, pace, pace”

    Ariciao……

  9. Esatto, Fra… proprio lei. Tra l’altro, oltre ad allenarsi con la palla medica da 80 kg ovviamente con le catene ai polsi, Mimì aveva una battuta particolare, la goccia di ciclone, durante cui la palla scompariva…. vabbè, cerco su youtube un video illuminante:

  10. Ok, con un po’ di ritardo, ma rispondo a tutti:

    @ Alanford: la divisa dell’aviazione è carina, effettivamente, ma con quella della marina non c’è storia, mi spiace

    @ Diemme: come al solito sei trooooooooooooppo gentile 🙂

    @ Sabry: ma si può amare il Giappone e non fregartene niente dei manga, eh!

    @ Pani: Paolino Paperino è un marinaio semplice, io voglio fare il Capitano!!!

  11. @ Liviana: tu meriti un contro-commento a sé stante; a parte il video che è fenomenale, non guardavo questa cartone ma facendo zapping ogni tanto lo incontravo, esilarante ieri come oggi…

    Mi è però venuto in mente un mio ricordo personale, di quando ero nella sfigatissima squadra di pallavolo della mia scuola, perdevamo tutte le partite. Io avevo una battuta molto particolare, un po’ come Mimì, lanciavo la palla verso il soffitto e poi cadeva giù con una potenza eccezionale, era impossibile prenderla.
    Così, l’allenatore mi fece entrare nell’unica partita che stavamo vincendo, sul 15-14 con noi, per vincere e farsi due risate con la mia battuta.
    Peccato che la palla toccò il soffitto, battuta nulla, cambio battuta, e abbiamo perso 17-15…
    😦

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