Un’altra giornata dedicata al cristianesimo, dopo il venerdì cattolico, la domenica protestante.
Non si tratta di favoritismo, ma di numeri: il cristianesimo è la religione più diffusa nel mondo, e se il cattolicesimo ne rappresenta la metà, un’altra buona percentuale è costituita dal protestantesimo. Inoltre, i precetti e il modo di essere di queste due diverse visioni della sacre scritture sono tanto profondi, che ad ognuna delle due ho pensato di dedicare una sua giornata.
In una società come quella italiana, per cui sembra a volte che cristiano=cattolico, può essere però utile qualche elemento di chiarezza;.
Anzitutto va ricordato che i protestanti, che a loro volta sono divisi in varie correnti, tra loro diversissime: si sono gli anglicani (la Chiesa d’Inghilterra) per molti aspetti i più vicini al cattolicesimo, i luterani: (la chiesa fondata da Martin Lutero), i calvinisti o riformati:,la chiesa più “protestante” di tutte, molto importante negli Stati Uniti ma presente anche in Italia, con la Chiesa Valdese, e poi ancora i metodisti, i battisti, e tanti altre chiese minori.
Un discorso a parte meritano le chiese neo-evangeliche: cristiani fondamentalisti presenti e attivi soprattutto negli Stati Uniti, e per molti aspetti, soprattutto per quelli etici e morali, molto più vicini al cattolicesimo che alle altre chiese protestanti. Dall’aborto all’omosessualità, dalla procreazione assistita alla ricerca sulle cellule staminali, le chiese tradizionali (in Italia la Chiesa Valdese) sono sulle stesse posizioni dei laici, mentre invece le chiese fondamentaliste americane sono sul versante opposto.
Non a caso, George W. Bush appartiene ad una chiesa neo-evangelica, e Barack Obama ad una chiesa riformata.
Pur nelle loro profonde differenze, le chiese protestanti hanno comunque alcuni punti in comune: la libera interpretazione della Bibbia, una struttura organizzativa più democratica, l’assenza di intermediazione, per non esistono sacerdoti ma pastori, che in quanto tali possono sposarsi, avere figli, etc., una fede concentrata su Gesù Cristo e quindi senza venerazione dei santi, della madonna, la mancanza di immagini sacre che le avvicina più all’Islam e all’ebraismo che al cattolicesimo.
Poi ci sono alcune differenze di terminologia: la riunione dei fedeli è il culto, non la messa, non c’è la comunione ma la santa cena, non si sono preti ma pastori, non c’è la cresima ma la confermazione. Ovviamente dietro le differenze di nome ci sono differenze teologiche, ma non voglio annoiare nessuno (ammesso che sia in grado di spiegarle).
Il precetto fondamentale delle chiese protestanti è forse la partecipazione al culto della domenica, ma stamattina non sono riuscito a svegliarmi in tempo. A questo punto, non mi resta che impegnarmi ad una lettura biblica, che non fa mai male, e a cucinare una ricetta della tradizione delle valli valdesi, austera e morigerata come si conviene.
Una volta cucinato, potrò impegnarmi a capire il significato di questo passo del nuovo testamento
Non avete letto che il Creatore, a principio, li creò maschio e femmina e che disse: perciò l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così ora non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi.
Qual è il suo significato oggi? Le chiese protestanti (per cui il matrimonio non è un sacramento) ammettono il divorzio, accettato come male minore; e Gesù in realtà rispondeva ad una domanda sul ripudio, non sul matrimonio. Ma sicuramente l’insegnamento che un cristiano può ricavare da questo passo è che anche quando un rapporto è in crisi, si deve cercare di fare il possibile per salvarlo, anche a costo di sacrifici e rinunce. Soprattutto quando si è chiesta la benedizione di Dio su quell’unione.
Poi, noi non siamo esseri perfetti, e possiamo fallire nel nostro tentativo; ma l’impegno dovrebbe essere quello di fare il possibile.